sabato 19 aprile 2008

Prese di posizione

Se c’è una cosa che mi fa infuriare più di un toro in un’arena spagnola è la “mancata presa di posizione”.
Beh, il confine tra il bene e il male è molto sottile.
Il male è la “presa di posizione” ingiustificata, quella tipo ripicca, quella che ti rende un inamovibile cazzone su un piedistallo di orgoglio e di ingiustificata fierezza, il bene è l’ESPORSI, la partecipazione del proprio pensiero, ancora meglio, la strutturazione del proprio pensiero.
Già, io credo che gli “incocreti”, gli indefiniti, coloro insomma che preferiscono sorridere a destra e a manca, non inimicarsi nessuno, senza mai avere però un vero amico –perché incapaci di curarlo, innaffiarlo con amore, nutrirlo, quasi fosse uno dei fiori più belli in questo giardino della vita- siano la più triste ed inutile espressione dell’essere umano.
Parlavo di strutturazione del pensiero…Si, sono certa che la mancata esposizione, sia frutto di un’inadeguata capacità mentale, una impossibilità a pensare. Un rifugio nell’incerto per non lasciare trasparire la propria inconcludenza.
Questa situazione mi fa non solo specie, ma anche tristezza. E’ lo specchio del mondo in cui viviamo. Non sto per dire che il mondo in cui ogni giorno faccio il mio dovere o almeno mi sforzo di riuscirci –e non di provarci come si potrebbe immaginare!- dove faccio le cose comuni a tutti è un mondo fatto dalla totalità di questi tipi – per me casi umani!- anzi! Me ne guarderei bene, tendenzialmente sono un’ ottimista e non mi lascio andare ad affermazioni dettate da momenti di sconforto. Sto solo dicendo che il guaio si trova in un substrato più profondo: incapacità di pensare. Ed è un dato di fatto. Non parlo di statistiche, non le conosco neppure, non potrei! Parlo del mio contatto quotidiano con la gente. Conosco tanta gente che stimo e che apprezzo, che anche mi sforzo di imitare per certi versi, ma conosco anche tanta gente vuota. Che non lascerebbe la sua traccia neppure se usasse un martello pneumatico!
Non sono una fanatica dello schieramento, anzi agogno doti di moderatore. Ma il moderatore non è colui che non realizza un suo percorso mentale.

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