Leggevo un'inchiesta 'sta mattina..."Maternità senza permesso", s'intitolava e devo dire che mi ha lasciato un pò d'amaro in bocca e anche da pensare sulla tanto decantata "civiltà" italiana...
Essere madri pare un desiderio da pagare a caro prezzo nella maggior parte dei casi!
L'Italia è la patria di una delle legislazioni per la maternità tra le più avanzate d'Europa, ma è anche la nazione d'Europa dove nascono meno bimbi (1,2).
Forse proprio a causa di questa generosa legislazione, i datori di lavoro ritengono un impiccio ed un impaccio assumere una donna! Meglio un uomo: non ha il ciclo e quindi non prenderà nessun permesso in "quei giorni lì" e non s'ingravida...Niente maternità!
Una domanda ormai classica ai colloqui di lavoro delle donne è: "intende mettere su maglia a breve?". Questa domanda in Gran Bretagna è illegale!! ...E pare che non vada mai posta agli uomini, neppure in Italia!! Nelle ipotesi peggiori, e non è fantascienza, ma statistica documentata, tra i requisiti di assunzione c'è l'esibizione di un test di gravidanza o la coazione morale della "firma -contestuale all'assunzione- della lettera di dimissioni"...'Nsi sa mai una gravidanza improvvisa!
Il nostro è il paese dove il 6% delle donne viene licenziato perchè incinte, mentre il 14% si trova costretto, dopo aver partorito, a lasciare il lavoro per via di orari e richieste ingiustificabili e inflessibili (ISTAT).
Abbiamo il tasso di occupazione femminile più basso d'Europa, 46,9% e solo il 5% dei dirigenti è donna. A parità di mansioni, le donne, percepiscono dal 15 al 25% in meno degli uomini.
C'è poco da stupirsi se in Italia le donne fanno pochi figli!
In Gran Bretagna, la signora Nicolas Brewer, presidentessa della Commissione per le Pari Opportunità (ad avercene...Mica come "alcune" che in un momento come quello abruzzese, parlano di clown, che per carità, sarà anche una cosa santa per i bimbi, ma...Ma questo è un altro post!!) del governo laburista di Gordon Brown, dicendo che la maternità non è certo un vantaggio per le donne, fa affermazioni solo apparentemente conservatrici, la Brewer pretende non solo che non si privino le donne dei loro diritti, ma che questi vengano estesi anche ai padri. Quella della Commissione pare una bella battaglia ideologica...Chissà che alla fine non passi davvero il concetto che le cure dei figli non debbano ricadere esclusivamente sulle donne!
Mi sa che anche la legislazione italiana riguardo vada un pò svecchiata...Crescere i figli non è solo compito delle madri! Ma bisognerebbe pure che questo i nostri maschietti lo capissero...Anche laddove la legge è all'avanguardia, vedi l'assenza retribuita -ridotta al 70%-di paternità, a volte noi rimaniamo in dietro!!
Ed i "biondi nordici" come gli svedesi e i norvegesi, ci superano ancora...E non solo in altezza fisica! Dovremmo guardare a questi due modelli, dove sono previsti 30 giorni pagati per intero ed obbligatori -perduti se non utilizzati- di astensione lavorativa per entrambi i genitori e il part-time per la riduzione del peso economico dei congedi...Risultato? In Norvegia e Svezia, dove a lavorare sono l'80% delle mamme, si fanno più figli!!
E' sorprendente (ed auspicabile!) come in questi paesi non vi sia contraddizione tra fertilità femminile e lavoro, ma una correlazione positiva, garantita dalla rete dei servizi.
Quindi: più soldi, più figli, più realizzazione personale...Cosa vuoi di più dalla vita?
Tra l'altro, laddove i padri partecipano attivamente alle cure dei figli diminuisce il numero dei divorzi...Mi pare fantastico!!
giovedì 9 aprile 2009
Posso diventare mamma? In Italia è bene chiedere il permesso!
Pubblicato da dudu alle 14:35
Etichette: politica, società, Storia di un viaggio
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