Da sempre ho immaginato che questo strano movimento di mano fosse la giostra delle dita. Nonostante alcune mani sudassero, andassero veloci segno di insofferenza e disagio, io credevo che le dita si divertissero a sbattucchiare sul piano!
Credevo che le donne volessero far sentire il suono fiero delle loro unghia robuste e gli uomini il rombo sicuro di una mano forzuta.
Credevo anche che le estetiste-manicure fossero felici di questa giostra perchè per loro significava incrementare i guadagni e sbarcare il lunario: ogni ticchettìo era uno smalto scheggiato, ogni smalto scheggiato pochi spiccioli in più per comprarsi un profumo o un rossetto!
Ah l'economia! Le donne ne sono il motore! (Personalmente sono il motore della azienda scarpiera! Adoro le scarpe! Quante ne ho?!)
Sta sera, ritrovandomi a far volteggiare le mie dita sulla mia nera Moleskine, tutta scritta, piena d'appunti e d'impegni, post-it, disegni, note, conti...-Di tutto c'è!- mi sono accorta che quel ticchettìo mi viene dall'addome, dal centro del cuore, dal profondo.
E' vero disagio.
E' disapprovazione, stupore negativo -lo stupore si sa, può essere anche un dolcissimo sentire- rabbia, delusione, ecco delusione più che rabbia.
Il mio ticchettìo condanna i falsi sorrisi, li disapprova.
2 commenti:
Arrivato qui, per caso: bel blog!
Nicola
Grazie mille a te che sei il mio primo commentatore ufficiale! (il mio fidanzato è di parte, 'intende!)
Ho letto la descrizione del tuo zibaldone, mi piace molto.
Torna presto!
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